Curriculum del Jutsuka Piero Bianchi

Curriculum del Jutsuka Piero Bianchi

  Quando quasi poco più che bambino mi avvicinai ad una palestra di arti marziali spinto da un'insita curiosità tipica dell'età, capii subito che mi stavo avventurando in universo a me sconosciuto e molto diverso da quello fino ad allora vissuto.
  Forte delle mie esperienze nel Basket, nel Nuoto e nel Calcio che avevano marcato positivamente un carattere timido ma profondamente agonista, entrai nel Santuario delle Arti Marziali taratine : la mitica RO.MI.KA.
  Sin dal primo istante fui conquistato da quella atmosfera differente caratterizzata da suoni, colori, vibrazioni che non avevo avvertito mai precedentemente; tutte quelle persone che indossavano una strana divisa, differenziate solo da una cintura di diversi colori e che con grande rispetto ed armonia eseguivano tecniche apparentemente semplici ma dall'esito sconvolgente, sembravano terribilmente lontane dal mio mondo.
  Quei silenzi interminabili nel momento della concentrazione, squartati da delle urla impressionanti che sembravano arrivare dal più profondo dell'animo umano avevano magicamente conquistato il mio interesse.
  Senza accorgermene mi ritrovai a piedi scalzi a salutare un materassino ed un Maestro che sorridente e rassicurante tentava di farmi vincere il terrore che evidentemente traspariva da ogni mio timido sguardo.
  Stava iniziando in quel momento il mio percorso nelle arti marziali, stava esplodendo un amore incontenibile che a distanza di ormai quasi trentuno anni ha fatto di me un romantico seguace di ideali di marzialità, di correttezza e di cavalleria che spesso mi fanno sfidare insormontabili mulini a vento, convinto che al fine il bene prevarrà sul male.
  Ho avuto in tutti questi anni la fortuna di incontrare, stimare e seguire ciecamente dei grandi maestri che, ognuno con delle proprie peculiarità, hanno guidato e arricchito il mio cammino, consentendomi di crescere come sportivo e come uomo.
  Voglio ricordare con affetto il M° Negri, il M° Cassano, il M° D'addario, il M° Tommasino, il M° Carratta, il M° Carmelo Cavaliere, il M° Ennio Cavaliere, il M° Biffino, il M° Benvenga, il M° Filippini e tanta altre figure importanti della mia vita di Jutsuka.
  Forse però il vero cambiamento, la svolta che mi ha portato a cercare verità più profonde nel mio essere studioso di arti marziali e avvenuta quando, grazie all'ingresso nella Nazionale italiana, ho avuto la fortuna d'impattare con le realtà del Jujitsu internazionale, incontrando grandissimi Maestri di calibro mondiale come Ingemar Skold, Lennart Collan, Hans Greger, Henrik Sandberg, Mario Den Edel, Alain Sailly, Cristian Tissier.
  Nel rapportarmi con loro, nel sudare insieme cercando anche il più piccolo miglioramento che esaltasse l'armonia del movimento e l'efficacia della tecnica, ho capito quanto fosse ancora infinitamente lungo il mio percorso verso quella chimera che era ed è tutt'ora la scoperta del mio animo marziale.
  Mi sono ritrovato improvvisamente proiettato in un universo parallelo fatto di grande armonia, di grandi valori, della scoperta delle infinite capacità della mente e del corpo umano e quasi senza accorgermene ho cominciato a trasmettere tutto quell'amore e quel crescente entusiasmo che giorno dopo giorno si erano radicati in me, ritrovandomi ad insegnare ad un gruppo di folli innamorati. della vita come me, tutte le nozioni che avevo assorbito nel mio crescere.
  Che stupore quando arrivarono le prime convocazioni come Maestro in Stage Internazionali in giro per l'Europa! Io quello spaurito ragazzo che quasi involontariamente aveva calpestato il Tatami tanti anni prima, mi ritrovavo ad insegnare fianco a fianco a quei grandi Maestri che avevano ispirato ogni mio gesto e che mi avevano insegnato con il loro grande carisma a sopportare anche le più dure prove fisiche e mentali per temprare il mio spirito e fortificare la mia mente.
  Ed invece sono arrivate grandi soddisfazioni come Maestro e come atleta, la Dolce Arte era diventata veramente tutta la mia vita e tutta la mia vita si era riversata nel Jujitsu.
  Non ricordo mai un momento nel quale il pensiero di poter rinunciare a tutto questo universo mi abbia sfiorato, anche se istanti difficili da superare ne ho vissuti tanti. Angoli della mia vita nei quali la fatica psico-fisica, il dolore, la sofferenza per qualche sconfitta, lo sconforto causato dal non riuscire a migliorarmi come avrei voluto la facevano da padrone.
  Per non parlare poi delle tante, troppe pugnalate ricevute da alcuni miei pseudo amici, pseudo allievi, pseudo maestri, che non riuscendo più a condividere con me li stessi ideali che fino ad allora ci avevano fortemente uniti, improvvisamente puntavano il dito verso quello che era divenuto il loro più grande nemico: io!
  Ancora oggi che ho la fortuna di insegnare ad un fantastico gruppo di allievi, che vanto la collaborazione di Team di insegnanti straordinario che mi supportano durante le lezioni, che tento di guidare anche i tutti Maestri del settore JuJitsu dell' A.D.O UISP come responsabile della Commissione tecnica Nazionale, ancora oggi non abbasso la guardia e sono pronto a parare tutte le offese che immancabilmente la vita, severa maestra, ci presenta.
  Eppure sono ancora qui, forse un po' più vecchio, forse un po' meno esigente ed intollerante però sempre pronto ad emozionarmi quando salutando il Tatami mi immergo felice nel mio habitat naturale e, sorridendo sereno, tento di trasmettere tutto il mio essere a chi, lasciandosi guidare fiducioso, vuole come me costruire una propria essenza migliore grazie alle affascinanti vie del Jujitsu.
M. 5° Dan Piero Bianchi